Cosa significa social media marketing

Sfruttare le piattaforme social per creare un dialogo con il pubblico, stimolando interazioni che, a loro volta, producono engagement, ovvero il coinvolgimento e l’attaccamento emotivo del consumatore. Che la nostra presenza sia segnalata da post, hashtag o tweet, un dato è certo: i social network hanno contribuito alla trasformazione dello scrivere pubblicitario.

Ma la vera domanda, quella che tutti gli imprenditori e/o artigiani si pongono, è: vale la pena investire sui social network per promuovere la propria attività? Vediamolo assieme.

Perché investire sui social?

Noi la chiamiamo piattaforma social, ma altro non è che una grande piazza virtuale in cui si accalcano milioni di uomini, donne, bambini, ragazzi e anziani per scambiare opinioni, scherzare, informarsi, arrabbiarsi, ridere, piangere, viaggiare con la fantasia, etc… 

È un luogo dove la gente vive e trascorre molto del suo tempo, una media di 2 ore e 25 minuti, per essere precisi.

Lo sapevate, poi, che nel 2022 il 75% dei fruitori di Internet utilizza i social media per cercare prodotti? Non solo: i social servono anche per carpire consigli e intercettare recensioni.  Il 27,9% , infatti, li utilizza per trovare ispirazione per cose da fare e acquistare, mentre il 23% lo fa per vedere i contenuti pubblicati dai marchi preferiti. 

Da questi numeri risulta già abbastanza evidente l’opportunità che il mezzo ci offre di raggiungere un vasto pubblico.

Facebook, la nuova televisione

Il dominio incontrastato che per più di mezzo secolo la televisione ha avuto nella comunicazione di massa è stato intaccato dai social network. Il primo social ad entrare in competizione con la tv è stato Facebook.

Il famoso social blu, in origine, era semplicemente un luogo d’incontro per restare in contatto coi vecchi amici, nulla di più. Il piccolo nato da Zuckerberg è pian piano cresciuto sviluppando attorno a sé un intero mondo fatto di notizie, intrattenimento e contenuti.

Perché il social network ha avuto così tanto successo tanto da entrare in gara col media per eccellenza, la televisione?

Facebook è stato fin da subito interattivo, dinamico, multitasking; tutte qualità che hanno contribuito al suo successo e lo hanno fatto splendere, messo a confronto con la monotona passività a cui ci costringe il televisore.

In un articolo del 2016 della Stampa, leggiamo perché i Social Network sono considerati i nuovi Prìncipi della pubblicità: “Facebook è una piattaforma destinata a durare perché, come la tv ai suoi albori, fa parte della nostra quotidianità. E con diversi miliardi di persone ancora non connesse, le possibilità di crescita sono immense. Ma non dobbiamo farci ingannare: la tecnologia ci offre opportunità incredibili, è vero, ma la differenza la fanno sempre la creatività e la conoscenza del mezzo”

Ancora oggi, nel 2023, Facebook rimane la piattaforma social più utilizzata, seguita da You Tube, Whatsapp e Instagram.

Chi deve sfruttare i social? E a chi deve rivolgersi? 

È chiaro che le imprese B2B e quelle B2C, avendo target diversi, debbano utilizzare strategie di comunicazione differenti.

Mentre il blog aziendale è consigliato indistintamente a tutti, nel caso dei social media sono le aziende, i negozi e in generale tutte quelle attività che si rivolgono al fruitore finale a dover privilegiare questo mezzo di promozione.

Nel B2B è tipicamente un manager, o chi per esso, a decidere gli acquisti da effettuare e lo fa attraverso una logica principalmente economica; nel B2C l’individuo sceglie invece in base alle sue emozioni. E i social, in questo senso, sono lo strumento migliore che oggi come oggi abbiamo a disposizione per entrare nelle grazie del consumatore offrendogli ciò che cerca quando si affaccia a questi mondi virtuali: leggerezza, intrattenimento e piacere personale.

Ecco perché la comunicazione usata sui social non deve essere per forza educativa o informativa, ma può assumere dei toni più frivoli e disinvolti, usando magari un po’ di umorismo per attirare l’attenzione del target.

Il target

A proposito di target, sappiamo a chi vogliamo rivolgerci quando pubblichiamo sui social?

Nell’ elaborazione del nostro progetto social, conoscere i destinatari da raggiungere fa la differenza. I nostri clienti ideali sono i giovani? Oppure vogliamo coinvolgere persone più mature? O, ancora, miriamo a conquistare un pubblico femminile? E quali sono le loro abitudini e le loro preferenze? Quali sono gli argomenti che interessano veramente a queste buyer personas?

Gli interrogativi sono davvero tanti, ma non sono mai abbastanza: più è dettagliata la descrizione del nostro potenziale acquirente e più sono le possibilità di raggiungere proprio lui/lei.

Sapere con esattezza a chi vogliamo parlare incide particolarmente su due fronti:

  • la scelta del social da utilizzare.
  • la scelta dei contenuti.

Ogni piattaforma social ha un profilo di utenti specifico:

  • Facebook: il 37,2% degli utenti è tra i 35 e i 54 anni (e arriviamo al 59,8% calcolando anche gli over 55): in poche parole oltre la metà degli utenti è sopra ai 35 anni.
  • Instagram: oltre la metà degli utenti non supera i 35 anni.
  • Tik Tok è per antonomasia il social per i più giovani, anche se ultimamente l’età media è cresciuta: il 43% dei creator ha tra 21 e 30 anni.

Inoltre, alcuni studi hanno evidenziato come le donne siano le maggiori fruitrici della rete sociale perché più propense a confrontarsi e relazionarsi rispetto agli uomini. Commentano, condividono e si servono del passaparola, elemento che può incidere nettamente sulla reputazione di un prodotto o servizio.

SOCIAL LOCALE O SENZA CONFINI? 

Nel caso in cui si debba per forza di cose accedere fisicamente alla sede fisica del nostro business (saloni di bellezza, negozi, locali di ristorazione, etc…) non ha alcun senso operare un marketing globale, ma è necessario rivolgersi a chi sta intorno a noi e quindi puntare sul marketing territoriale. Proprio per questa ragione la maggior parte delle piattaforme social mette a disposizione molte opzioni di localizzazione.

I contenuti

La scelta dei contenuti dipende dagli obiettivi e dal target prefissati che vengono inseriti all’interno di uno specifico piano editoriale.

Perché ci serve un piano? Per non impazzire! I contenuti sui social non devono mai essere improvvisati.

Social media management

Al contrario di quello che molti credono, la gestione dei canali social non è un passatempo. Qual è il rischio che si corre sottovalutando l’uso dei social? 

Iniziare con grande entusiasmo, pubblicando con grande frequenza all’inizio e magari sfruttando al massimo la nostra innata creatività per poi piano piano vedere calare sia le idee che il tempo.

Gestire la presenza on-line significa iniziare una vera e propria conversazione col nostro pubblico. Cosa succederebbe se ci dimostrassimo aperti al dialogo per i primi mesi, e poi, di punto in bianco, dovessimo sparire per altrettanto tempo? Che idea si farebbero di noi i nostri clienti? Magari penserebbero che siamo pigri, o distratti, o, peggio, ci dimenticherebbero presto come noi abbiamo fatto con loro.

Mantenere un dialogo col pubblico significa essere costanti nel tempo e dimostrare che ci teniamo veramente, rispondendo anche agli eventuali messaggi o commenti.

Creare e/o mantenere una relazione positiva col cliente significa perciò non ignorarlo.

Bisogna quindi avere una strategia ed elaborare in largo anticipo un piano ben studiato, all’interno del quale è necessario procedere per step:

  • identificare buyer personas e obiettivi
  • selezionare il canale di comunicazione
  • programmare un piano editoriale
  • decidere la frequenza di pubblicazione 
  • stabilire contenuti appropriati
  • definire le tempistiche 
  • monitorare i risultati per sapere come modificare in meglio il piano editoriale successivo

CREATIVITÀ SOCIAL

Essere creativi nei social media è una sfida che mette a dura prova anche i migliori professionisti del settore. 

Originalità e carattere sono gli ingredienti base per coinvolgere l’utente ma, come farlo nel concreto? Queste elencate sotto sono solo alcune idee da cui trarre spunto:

  • abbiamo già menzionato l’importanza di rispondere ai follower. È fondamentale non sembrare delle entità sconosciute che appaiono in rete solo per postare e poi sparire. Il Brand Ceres, ad esempio, si pone nei confronti dei suoi seguaci come un amico di vecchia data che risponde ai commenti con garbo ed ironia.
  • Nel caso poi, notassimo un’esigenza specifica o ci venisse posta una domanda diretta su un prodotto o servizio, possiamo prendere spunto dai feedback e creare un contenuto apposito (un post o una story) che sappia rispondere in maniera coerente. Come ha fatto Kit Kat che, per rispondere ad un simpatico commento di un utente che non sapeva scegliere tra Kit Kat e Oreo, ha lanciato al concorrente una simpatica sfida a tris. (sfida che è stata rifiutata da Oreo, in maniera altrettanto divertente ed educata).
  • spaziare tra gli interessi del pubblico, come Lego che su Instagram ha saputo creare contenuti in linea con gli interessi del pubblico, non prettamente legati al prodotto.
  • sfruttare un contenuto pubblicato dagli utenti stessi che mostra il nostro servizio/prodotto.
  • condividere gli eventi importanti/ traguardi.
  • la creazione di meme, che mettano in risalto l’ironia dell’azienda.
  • mostrare il “dietro le quinte”: è un genere di contenuto che suscita sempre un po’ di curiosità.
  • porre delle domande dirette al pubblico, come la scelta tra due elementi in opposizione tra loro.
  • pubblicare brevi video clip, sempre molto graditi da chi naviga in rete.
  • proporre giochi semplici che producano engagement, come il post di M&M’s di cui abbiamo parlato in un precedente articolo: un’immagine in cui gli utenti di Facebook dovevano individuare un pretzel in mezzo a una grande dispersione di cioccolatini M&M’s.
  • sfruttare contenuti o altri prodotti facilmente associabili al nostro, come ha fatto Coca Cola con la “combo perfetta”: parlando della pizza, cibo prediletto nel Bel Paese e che suscita sentimenti di condivisione e allegria tra amici, è un attimo mostrare in tavola anche la Coca Cola.
  • utilizzare la motion graphic, una progettazione grafica particolare che induce il senso del movimento ad immagini, testi o simboli che di per sé sarebbero statici.
  • creare una serie quotidiana, settimanale o mensile (è il caso dei “nostri” archetipi; sono 12 e lo Studio Pasquariello ne ha utilizzato uno per ogni mese)
  • anche la semplice combinazione di immagini e didascalie può generare ottimi risultati: è il caso di BMW che associa fotografie accattivanti delle auto a descrizioni dettagliate del prodotto ed ha in questo modo ottenuto moltissimo engagement.
  • sfruttare gli argomenti di tendenza. Il real time marketing è utilizzato da moltissimi brand famosi. Nell’immagine abbiamo un esempio di come Taffo, a modo suo, saluta la Regina per l’ultima volta.
  • presentare la squadra di lavoro, in modo da mostrare il lato umano dell’attività
  • usare le infografiche, strumenti intuitivi che facilitano la lettura.

Fare marketing o fare pubblicità?

Mentre il social media marketing si occupa di tutta una serie di strategie messe in atto attraverso i canali social, la campagna pubblicitaria non è altro che il semplice annuncio, l’inserzione a pagamento, l’advertising che appare nei pop-up del web o tra un contenuto e l’altro delle nostre pagine social.

Che confusione! Ma allora, uno è più importante dell’altro? Non proprio: è più esatto dire che uno fa parte dell’altro. L’annuncio a pagamento è la forma più tradizionale di marketing e perciò è una componente rilevante all’interno delle strategie pubblicitarie.

Ciò significa che le campagne sui social non servono a nulla se non sono accompagnate da un dialogo costante e coerente con il pubblico.

Creare una relazione costante tra Brand e consumatore è l’obiettivo principale di tutto il social media marketing.

Vogliamo entrare nel mondo social e creare insieme questo legame? Noi siamo…connessi, e voi?