L’idea di una creatività alimentata dall’intelligenza artificiale sembra essere sempre più vicina alla nostra realtà. Intelligenza artificiale e creatività, infatti, sono diventate due concetti strettamente interconnessi, con implicazioni che spaziano dall’arte alla cultura, dalla tecnologia alla filosofia. Ma in che modo l’IA può influenzare il nostro modo di pensare alla creatività? E cosa significa davvero parlare di “opere creative” generate da macchine? 

In questo articolo proveremo ad esplorare l’impatto che le tecnologie intelligenti stanno avendo sulla creazione artistica e culturale, analizzando le sfide e le opportunità che emergono in un mondo sempre più guidato dall’innovazione tecnologica.

Il pensiero creativo

La creatività è un concetto complesso che può essere inteso in molti modi diversi. Nonostante l’argomento sia stato a lungo dibattuto, in generale ci si riferisce ad essa come alla capacità di generare idee originali e innovative, di pensare fuori dagli schemi e di creare qualcosa di nuovo e unico.

Origine del pensiero creativo

Il concetto di creatività è stato interpretato in modo divergente nel corso dei secoli; nell’antichità era spesso associato alla divinità e alla capacità di creare qualcosa dal nulla. Nel Rinascimento, invece, il pensiero creativo era visto come un’abilità dell’individuo di esprimere la propria individualità e di creare opere d’arte che fossero uniche e irripetibili.

Negli ultimi decenni, la creatività è stata oggetto di molte ricerche nel campo della psicologia e della neuroscienza. Gli studi hanno dimostrato che essere creativi è una capacità che dipende sia da fattori interni (come la personalità e il pensiero divergente) che da fattori esterni (come l’ambiente e le opportunità). Il processo creativo coinvolge inoltre diversi livelli di attenzione e di controllo, dalla fase di produzione delle idee alla fase di selezione e di sviluppo delle migliori.

RETI NEURALI BIOLOGICHE

In particolare, alcuni ricercatori hanno ipotizzato che la creatività sia il risultato di un equilibrio tra “rete neurale di controllo esecutivo” e “rete neurale di default“, che sono due reti neurali del cervello che lavorano insieme per la generazione e selezione di idee. La prima è responsabile del controllo cognitivo, ovvero la capacità di concentrarsi, pianificare, organizzare e selezionare le informazioni, mentre la seconda guida il pensiero divergente e della generazione di idee originali e creative.

RETI NEURALI ARTIFICIALI

Le reti neurali artificiali simulano il funzionamento del cervello umano tramite opportuni algoritmi che apprendono dai dati migliorando le proprie prestazioni nel tempo.

I generatori di immagine

Negli ultimi mesi l’accesso a vari software di Intelligenza Artificiale, noti come “Text To Image” (TTI), è diventato di pubblico dominio. Questi sistemi si basano su algoritmi di apprendimento che utilizzano le reti neurali per generare immagini, a partire da descrizioni testuali.

I sistemi più evoluti, come Mid journey, DALL-E e Imagen, utilizzano tecnologie evolute per la creazione di immagini:

  • machine learning
  • deep learning
  • elaborazione del linguaggio naturale
  • computer vision

Negli ultimi anni sempre più brand si stanno interessando all’uso dei generatori di immagini poiché questi strumenti consentono di creare contenuti visivi unici e coinvolgenti in modo efficiente, migliorando l’esperienza del cliente.

Heinz, il ketchup

Kraft Heinz, il noto brand alimentare, e l’agenzia canadese Rethink hanno deciso di affidare all’intelligenza artificiale il compito di ridisegnare la familiare bottiglia di ketchup. L’esperimento è stato realizzato utilizzando il generatore di immagini Dall-E, basato sul machine learning e in grado di utilizzare parole e frasi che contenevano il termine “ketchup”, anche se prive di senso logico. La campagna è stata lanciata con un video che presenta una raccolta di tutte le immagini generate, dalle più improbabili alle più sensate, ma tutte raffiguranti una bottiglia rossa con il marchio Heinz.

Le immagini generate dall’AI a partire dalla parola Ketchup

Coca Cola

È recente la notizia secondo cui l’azienda Coca-Cola si avvalga della consulenza di Bain & Company per utilizzare l’Intelligenza Artificiale nella sua attività di marketing e organizzazione: è diventato così il primo brand di consumo ad utilizzare programmi come ChatGPT, Dall-E, Codex e altri. Il CEO di Coca-Cola, James Quincey, afferma che l’azienda sta solo iniziando a capire il potenziale dell’AI e che l’uso combinato dell’uomo e della tecnologia ha sempre portato a risultati migliori. Questa scelta rappresenta un cambiamento epocale nel modo di fare marketing e comunicazione aziendale, sempre più guidato dall’Intelligenza Artificiale.

Il caso dei pancakes Barilla

Il primo giorno del 2023 ha fatto la sua comparsa su Instagram la pubblicità dei pancake del Mulino Bianco che ha scatenato accese polemiche sul web riguardo l’utilizzo dell’AI Art nelle creazioni artistiche. 

L’azienda ha pubblicato una serie di immagini dei suoi pancake ambientate in differenti location, la cui particolarità è quella di essere state generate con l’intelligenza artificiale. La novità ha presto innescato due principali critiche nei confronti del marchio di proprietà di Barilla, e in generale rispetto all’arte digitale: 

  • l’AI Art va a sostituire professionisti veri e propri
  • non sono corrisposte le royalties agli artisti per l’impiego di immagini protette dai copyright

L’arte digitale sta perciò dividendo il mondo dei content creator: mentre alcuni vedono l’AI come un’opportunità per sperimentare nuove tecniche e possibilità creative, altri rimangono scettici o addirittura contrari all’idea di utilizzare la tecnologia nell’arte o nella pubblicità.

L’IA AL CENTRO DEL DIBATTITO

Le polemiche non hanno coinvolto solo la comunicazione di marca, ma anche il mondo dell’arte. In particolare, una competizione artistica ha visto l’assegnazione del premio ad un’opera intitolata “Théâtre D’opéra Spatial“, generata attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale. La curiosità risiede nel fatto che i giudici incaricati della valutazione non erano a conoscenza dell’origine artificiale dell’opera, e ciò ha generato una discussione sul valore e l’autenticità della creazione stessa.

L’arte del Prompt 

La nuova generazione di intelligenze artificiali è in grado di generare immagini altamente complesse e realistiche partendo da un input testuale noto come prompt. Il termine si riferisce ai comandi testuali che gli utenti utilizzano nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale e del Natural Language Processing (NLP) per richiedere a una IA di creare un testo o un’immagine. Il prompt deve contenere tutte le informazioni necessarie per guidare l’IA nella creazione del contenuto desiderato dall’utente.

La vera sfida è saper parlare con le macchine

La difficoltà nell’utilizzo dell’IA tramite TTI consiste quindi nell’abilità di comunicare efficacemente con essa, ovvero nel saper formulare richieste che possano ottenere i risultati desiderati. Il processo di prompting rappresenta in un certo senso una vera e propria disciplina, in quanto richiede un’adeguata comprensione della relazione tra l’uomo e la macchina.

Per creare una rappresentazione visiva accurata di un soggetto o un oggetto, è essenziale fornire dettagli precisi riguardanti lo stile, il contesto, la luce e il rapporto d’immagine finale. Più dettagliati sono questi elementi, migliori saranno i risultati. Gli utenti hanno presto compreso che prendere spunto da prompt preesistenti e utilizzarne gli elementi è più facile che crearne uno completamente nuovo. Sta infatti emergendo un nuovo ruolo professionale, chiamato Prompt Expert, che consiste nella specializzazione della scrittura di brevi testi in grado di generare immagini o loghi utilizzando l’IA.

Vi proponiamo come esempio un’immagine realizzata da noi attraverso Mid-Journey e ottenuta con le seguenti parole chiave: cyberpunk character math teacher, superrealistic, 8k.

THE EVOLUTION OF MAN 

Fabio Comparelli è l’autore di un video clip creato attraverso l’intelligenza artificiale e divenuto presto virale sul web. Si tratta dell’affascinante e al contempo inquietante evoluzione dell’uomo fino ad un prossimo fantascientifico futuro: l’immagine di un primate che pian piano si trasforma fino a raggiungere le sembianze dell’uomo moderno. La figura evolve ulteriormente fino a diventare cyborg e infine uno spaventoso alieno.

In un’intervista rilasciata a La Repubblica, Fabio  racconta il lungo lavoro che si cela dietro al risultato finale:“Per il video di cui stiamo parlando ho impiegato circa 6 ore al giorno per produrre 900 immagini che dovevo valutare ogni volta, una per una. Sono arrivato anche a processare 4000 immagini al giorno, perché alla fine il mio computer non bastava più e dunque ho affittato altre Gpu, attraverso dei siti, per aumentare la mia potenza di calcolo. La cosa migliore da fare, se possibile, è seguire il lavoro della macchina in tempo reale. Così, se ti accorgi che l’intelligenza artificiale sta prendendo una strada diversa da quella che avevi in mente, puoi intervenire subito”.

Curiosità… 

Ripetere esattamente lo stesso prompt non garantisce la stessa immagine a causa di una combinazione casuale di fattori. Ciascun motore di AI, inoltre, produce immagini diverse: ad esempio, Midjourney elabora immagini di tipo pittorico, mentre DALL-E è specializzato in immagini realistiche fotografiche.

Differenze tra Midjourney e DALL-E di un’immagine generata da uno stesso prompt

Un nuovo processo creativo

La nuova tecnologia si basa sulla capacità di suggerire e indirizzare l’IA verso una prestazione ottimale. Gli artisti e i designer sviluppano modi unici per influenzare l’intelligenza artificiale e migliorare i suggerimenti. I professionisti del prompting agiscono come registi, coordinando il lavoro dell’IA verso una visione coerente. Il complesso processo che si deve mettere in atto per ottenere un’immagine di alta qualità dall’IA sta diventando rapidamente una forma d’arte.

I prompt di alta qualità, infatti,  non si limitano a descrivere il soggetto, ma contengono anche dettagli sull’illuminazione, l’angolazione di ripresa, l’atmosfera che si vuole creare, la scelta dei colori, il livello di astrazione e talvolta anche un’immagine di riferimento da seguire.

Il segreto di questa nuova tecnologia è che i risultati più efficaci non derivano da un singolo prompt, ma da lunghe conversazioni tra esseri umani e macchine. Ogni miglioramento delle immagini è frutto di numerose interazioni, di continue correzioni, deviazioni e di sforzi collettivi che richiedono spesso ore o giorni di lavoro.

Flessibilità e personalizzazione 

La personalizzazione del processo creativo attraverso la modifica del testo o l’utilizzo delle opzioni fornite dal software dà ai creativi un maggiore controllo sul risultato, lungo tutto il processo di creazione. L’interazione tra l’uomo e la macchina rappresenta un aspetto fondamentale delle nuove esperienze artistiche basate sull’Intelligenza Artificiale, che può portare a risultati sorprendenti. La manipolazione dell’algoritmo attraverso la scrittura del codice rappresenta il massimo grado di personalizzazione che un creativo, una volta compreso il funzionamento dell’IA, può utilizzare per avere un controllo totale.

La paura del cambiamento

Verso la fine degli anni ’50 l’avvento dei primi computer sollevò molte polemiche, specialmente nel mondo della grafica. La storia evidentemente si sta ripetendo perchè anche in quell’occasione, proprio come sta accadendo oggi, il settore era diviso: c’era chi, incuriosito dalla novità, iniziava a sperimentare, e chi invece vedeva il computer come una minaccia alla creatività e alla capacità umana di produrre opere d’arte di alta qualità.

Uno dei principali argomenti contro l’uso dei computer nella grafica era che essi riducevano la creatività e l’originalità dell’artista, rendendolo solo un esecutore di compiti tecnici. Inoltre, i computer erano considerati troppo costosi e inaffidabili per essere utilizzati nella produzione di opere d’arte.

Tuttavia, con il tempo, molte di queste polemiche si sono rivelate infondate. I computer hanno dato ai designer e agli artisti grafici una maggiore flessibilità e la possibilità di produrre opere di qualità superiore in tempi più brevi. 

La fotografia

Facendo un ulteriore passo indietro, si pensi alle prime macchine fotografiche e a come abbiano stravolto il settore creativo. 

I ritrattisti non hanno accolto l’arrivo della fotografia con favore. In particolare, il pittore francese Paul Delaroche dichiarò: “Da oggi la pittura è morta“. All’epoca infatti sembrava che il fotografo dovesse soltanto premere un pulsante per creare un’immagine.

Anche lo smartphone, secondo le previsioni distopiche di molti, avrebbe dovuto porre fine al ruolo del fotografo professionista. Eppure i dati del 2021 confermano la crescita globale del settore.

Oggi sembra che per ottenere un’immagine di intelligenza artificiale straordinaria sia sufficiente premere un pulsante, così come lo si pensava agli inizi dell’’800 per la fotografia. Questo in parte è vero, tuttavia creare un’immagine di alta qualità e veramente artistica è tutta un’altra questione.

CONCLUSIONI 

Gli esempi sopra citati possono aiutarci a capire come la paura del cambiamento sia da sempre caratteristica dell’umanità. Questo sentimento comune può tuttavia portare a qualcosa di buono, come ad esempio l’introduzione di una più chiara e giusta regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale.

La co-creazione

In questo epocale Rinascimento digitale, il creativo deve sapersi innovare e, proprio come un vero maestro artigiano, conoscere sia il lato materiale che quello intellettuale del mestiere artistico. 

I nuovi strumenti a nostra disposizione sono la naturale evoluzione di un percorso di crescita: per quanto sofisticati, si tratta soltanto di macchine incapaci di apprendere nel vero senso della parola, ma che possono soltanto essere addestrate.

L’uomo è ancora artista, colui che impugna un iconico pennello high-tech per la creazione di immagini sempre più stupefacenti.

La posizione dei creativi

Nonostante i pareri contrastanti sulle problematiche derivanti dall’utilizzo dell’IA nel settore creativo, lo studio Pasquariello è molto stuzzicato e incuriosito dalle potenzialità che si celano dietro a questa nuova rivoluzione digitale.

Benjamin Von Wong, un’artista canadese noto  per le sue installazioni artistiche ambientali, commenta così l’impatto dell’intelligenza artificiale sul suo lavoro:”Dall-E è uno strumento meraviglioso per chi, come me, non sa disegnare. Invece di creare degli schizzi dei concetti, posso semplicemente realizzarli attraverso richieste testuali“.

Nonostante il binomio “intelligenza artificiale e creatività” possa sembrare un vero e proprio ossimoro, dobbiamo saper superare la dicotomia e guardare al futuro con serenità.

Lo studio Pasquariello prende esempio dal poliedrico Umberto Eco (non vogliamo peccare di presunzione, ma solo far capire la nostra posizione in merito allo sviluppo e applicazione della IA), che a suo tempo ha saputo utilizzare la sua intelligenza e analisi critica per cogliere le potenzialità della tecnologia e della Rete in anticipo rispetto agli altri, senza essere completamente pessimista o acriticamente entusiasta. Ha saputo riconoscere sia i vantaggi che i limiti dell’innovazione, dimostrandosi un innovatore consapevole.

“il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti”

Umberto Eco

Per quanto le “macchine” di oggi possano essere intelligenti, riescono ad esprimere il loro potenziale solo grazie e attraverso l’uomo, l’unico in grado di dare quel tocco di umana creatività di cui l’algoritmo sarà sempre privo.