Il logo sportivo è uno mezzo determinante per raggiungere un pubblico sempre più vasto. Scopriamo come.
Si parla spesso delle iniziative volte alla diffusione di un marchio commerciale. Il termine inglese “branding” sintetizza l’insieme di queste strategie. Generalmente si usa questa espressione in riferimento ad attività commerciali, senza rendersi conto che in realtà questo approccio di marketing è adottato anche in tutti quei contesti in cui è forte il potere di coinvolgimento delle masse.
Branding ovunque, anche nello sport
Ci appare quindi evidente come questa attività non sia legata esclusivamente al mercato dei prodotti: l’intero show business, come anche il mondo della politica, nascondono un imponente lavoro di marketing. L’obiettivo in comune è sempre lo stesso: costruire un brand in grado di alimentare emozioni tali da incentivare nei fan e negli elettori l’identificazione.
In questo enorme mercato non poteva mancare lo sport, in grado di riempire gli stadi (o i palazzetti) e far incollare agli schermi tifosi di qualsivoglia età e cultura.
Juve e Inter, brand internazionali
È sotto gli occhi di tutti: Juventus e Inter, eterne rivali nel calcio, aspirano entrambe a diventare dei brand globali. Ecco perché, anche se in periodi diversi, ambedue le società sportive hanno voluto effettuare il restyling del logo per una riaffermazione della propria identità visiva.
IL CAMBIO D’ABITO DELLA JUVENTUS
Così è stato definito il restyling del logo bianconero: un vero e proprio cambio d’abito.
“Lo si fa per adattarsi a una nuova realtà, per veicolare un nuovo messaggio. Un messaggio che parla non tanto di cambiamento quanto di comprensione del mondo circostante, a cui necessariamente consegue la necessità di evolversi, di ampliare il brand in diversi mercati e in diversi Paesi. Tutti elementi che derivano dal piano strategico elaborato da Juventus” spiega Manfredi Ricca, Chief Strategy Officer EMEA & LatAm di Interbrand, l’azienda incaricata della realizzazione della nuova immagine della Juventus.
La potenza ispiratrice del club è talmente forte da aver generato un brand d’abbigliamento collaterale, Icon: la collezione, come si legge nel sito ufficiale, trasferisce al mondo della moda i valori fondamentali del club.
Il nuovo logo ha vestito inoltre l’impianto di Brooklyn dove, per una sera, il club zebrato è entrato nel mondo del basket americano. La Juventus Night è quindi diventata una vera e propria esposizione oltreoceano del marchio. E viceversa. Sì perché l’evento è stata un’occasione di branding anche per l’NBA, desideroso di farsi apprezzare anche dal pubblico italiano (per approfondimenti, clicca qui).
IL RESTYLING DELL’INTER
Il processo di rinnovamento della squadra neroazzurra ha voluto dare prioritaria importanza alle lettere I di Inter e M di Milano, per due ottimi motivi:
- sottolineare lo storico legame con la città
- farsi riconoscere facilmente anche all’estero, dove il club è conosciuto come Inter Milano.
L’identità visiva, minimale ed innovativa, vuole intenzionalmente rivolgersi ad un pubblico più ampio, internazionale e giovane: il nuovo logo, infatti, si presta maggiormente ad essere declinato nei vari ambiti commerciali, come l’abbigliamento e i gadget.
Alcuni recenti restyling sportivi
Il giglio della Fiorentina
Anche la Fiorentina, nel restyling del logo, ha voluto rendere la sua immagine moderna seppur legata indissolubilmente alla tradizione. Ecco perché lo stemma di Firenze che, fin dal 1926 – anno di fondazione della società calcistica – è stato ed è rimasto fino ai giorni nostri il simbolo rappresentativo del club. Il giglio resta perciò una presenza costante, pur con degli importanti ammodernamenti: già negli anni ‘50 esso viene stilizzato ed inserito in una forma romboidale, mentre negli anni ‘80 viene unito ad una sorta di effe, iniziale della squadra. Compare per la prima volta il colore viola, ma restano i colori tradizionali della Fiorentina, ossia il bianco e il rosso. Nel 1993 viene adottata la forma ad aquilone.
Il nuovo logo, in uso da questa stagione 2022-2023, presenta un quadrato ruotato di 45° al cui interno si trovano il giglio stilizzato e una V di colore viola, simbolo di unione dei tifosi della Fiorentina. Il direttore generale, Joe Barone, lo ha spiegato così: “Il logo è un collegamento con la Fiorentina degli anni ’60, che ha vinto tanto in Italia e in Europa. La V di Viola è la parola di riferimento, la Viola è Fiorentina”.
Reyer Venezia
Anche nella rivisitazione del logo della storica società veneziana di basket si è voluto mantenere il legame col passato, evitando però un’esasperata semplificazione che rischiava di far perdere l’identità. Restano perciò i tradizionali colori della Repubblica di Venezia, il granata e l’oro, oltre al maestoso Leone di San Marco.
La nuova identità visiva è stata presentata nel luglio del 2022, per festeggiare i 150 anni di vita del club veneziano.
Venezia Football Club
Nel 2022, a Venezia, anche la squadra di calcio, recentemente retrocessa in serie B, ha voluto rinnovare la sua identità visiva. Anche in questo caso sono stati mantenuti il Leone di San Marco, simbolo indiscusso della città, e i colori del club, il verde e l’arancio. La novità essenziale è lo stemma: una V che ingloba un leone decisamente più minimalista ed elegante e che torna a vestire l’abito dorato della tradizione. Le linee orizzontali suggeriscono un doppio significato: le ali del leone ma anche la prua delle gondola con i suoi remi sporgenti, altro forte simbolo della città marinara.
Il Venezia Calcio è un altro buon esempio di squadra che diventa Brand. In occasione del lancio della nuova immagine, infatti, è stata presentata anche la maglia pre-match 22/23: un design a scacchiera e una texture fatta di onde che esprimono uno stile casual e alla moda. E basta dare un’occhiata allo store on-line che mette in vendita, tra gli altri, ombrelli, costumi da bagno e libri fotografici, per rendersi conto del tipo di comunicazione innovativa messo in campo dalla società: strategie di marketing che vanno oltre il mondo del calcio per abbracciare il settore della moda e dei gadget, cercando di valorizzare al contempo il patrimonio artistico della città.
Il caso del L.R. Vicenza Virtus
La squadra biancorossa si distingue da sempre per il suo legame col marchio tessile Lanerossi, la cui R ne è diventata il simbolo e che già nel 1953 compare sulle divise da gioco.
Il logo si trasforma da scudo svizzero ad ancile troncato, e in esso vediamo campeggiare la celebre R annodata (sempre color oro), simbolo dell’azienda tessile di Schio. Nel 1989, a seguito della fine della collaborazione con Lanerossi, si decide di dare rilevanza alla V di Vicenza. La erre ritorna come “stemma secondario”, ovvero solamente sulle maglie da gioco, nella stagione 2001-2002 e poi dal 2006.
Nel nuovo stemma societario, datato 2018, torna l’iconica ERRE come effettivo stemma societario, presente anche sulle divise da gioco. L’atteso ritorno è stato probabilmente influenzato da precise scelte di marketing. Il nuovo proprietario, Renzo Rosso, ha infatti molto in comune con la Lanerossi: la stessa iniziale dello stemma e l’essere a capo di una multinazionale nello stesso settore, quello tessile.
L’acquisto della società da parte di uno stilista veneto di successo, sottolinea come il legame tra squadra, Brand e territorio possa essere alquanto strategico.
La protesta della tifoseria e la scortese risposta
Nel marzo del 2022 lo stesso Renzo Rosso segue il disegno e lo sviluppo delle nuove divise della nuova linea Icon. Il design delle nuove maglie – con righe ortogonali e non verticali – reinterpreta la tradizione con uno stile futurista, una rivisitazione grafica di grande impatto. Tale scelta è stata duramente contestata ed ha scatenato un susseguirsi di polemiche da parte della tifoseria. I tifosi della curva hanno inutilmente protestato per il lancio della nuova divisa proprio nel 120° compleanno della squadra.
Da un estratto del loro comunicato leggiamo:”[…] Che la maglia piaccia o meno è SOGGETTIVO E NON È IL PROBLEMA, ne abbiamo avute anche di più brutte, ma visto che era stata creata già da un anno e mezzo, ci siamo mossi immediatamente chiedendo di aspettare a lanciarla, evitando proprio la settimana del compleanno, per il quale sarebbe stato più azzeccato un tributo alla storicità delle strisce bianco-rosse, magari con un richiamo al passato o una patch celebrativa. Niente, menefreghismo totale. E siccome non ci è stata data risposta, ci siamo sentiti in dovere di manifestare il nostro dissenso in maniera meno discreta, con un coro APPLAUDITO DA TUTTO LO STADIO. La controbattuta dell’elegante presidente è stata un dito medio rivolto alla Curva, una minaccia (“questa me la pagano”) e altri borbottii poco piacevoli uditi dagli astanti.”
La vicenda sembra a tutti gli effetti un’operazione di marketing, considerato il chiacchiericcio che ha generato sui media, e non solo in ambito sportivo ma anche nel settore della moda: le linee verticali e orizzontali così spezzate sono una vera e propria rivoluzione stilistica nell’abbigliamento sportivo!
Il logo sportivo, generatore di fan
Da questa e altre vicende notiamo come il guardaroba sportivo personalizzato, non è importante solo per identificare la squadra, ma anche per i fan.
In generale, le maglie degli atleti generano vari benefici::
- sviluppare il senso del “team”
- vestirsi allo stesso modo fa sentire i giocatori parte di un progetto comune
- incidere sul fattore motivazionale, incrementando l’orgoglio di appartenenza
- favorire l’uguaglianza tra i membri del gruppo
- aiutare i fan ad identificarsi nei membri della squadra
Vi siete mai chiesti perché le società sportive creano t-shirt, pantaloni e gadget con il proprio logo? Indubbiamente per far sentire tutti, anche chi non gioca in campo, parte della loro grande famiglia. Chiaramente c’è da considerare anche il lato economico: i costi da sostenere sono molti, e sia il mercato dei gadget che quello delle sponsorizzazioni contribuiscono al sostentamento delle società. Senza il coinvolgimento dei fan non sarebbe quindi possibile ottenere dei ricavi, né tanto meno rientrare dalle spese.
Duca Basket: due società unite per i giovani
Due società sportive, e più esattamente quella di Dueville e quella di Cavazzale – in provincia di Vicenza – hanno avuto un grande sogno: riunire e organizzare le squadre giovanili sotto un’unica bandiera.
Il primo passo, perciò, è stato la realizzazione del naming e del conseguente logo distintivo. Una scelta quasi obbligata quella del nome. Un acronimo, che unisce le prime iniziali delle due città interessate: DU(eville)CA(vazzale). Per la creazione del logo ci ha pensato lo Studio Pasquariello.
L’obiettivo principale del progetto, poiché destinato ai ragazzi, era la capacità di richiamare i giovanissimi. Ci siamo ispirati quindi ai loghi dell’NBA, la cui spettacolarizzazione, tra le prime fasce d’età, riesce ad attrarre molti simpatizzanti e aspiranti giocatori. Il logo così ideato è stato poi riprodotto su tutti gli accessori e l’abbigliamento sportivo: magliette, pantaloncini, palloni, tute, sacche sportive, divise.
Alcuni di questi articoli, come le t-shirt e le tute, fanno parte del progetto di merchandising della squadra ed hanno perciò un duplice obiettivo:
- ottenere dei ricavi
- incrementare lo spirito di appartenenza
Concordia Basket Schio
Anche la società di pallacanestro di Schio, in provincia di Vicenza, ha deciso di recente di optare per il restyling del logo.
Lo studio Pasquariello ha avuto l’onore ed il piacere di affiancare la società sportiva scledense in questo entusiasmante salto tra passato e futuro: un balzo compiuto con estrema maestria dalla serie D alla C non poteva che essere accompagnato da un rinnovamento dell’identità visiva.
Il nuovo logo, scelto tra 4 diverse proposte, è infatti in perfetta continuità con quello precedente (2004), anch’esso disegnato dallo studio Pasquariello. È rimasto l’atleta che salta mentre schiaccia a canestro, non più affiancato alla scritta bensì centrale per creare più equilibrio. La nuova immagine vuole quindi mettere sempre più in risalto il giocatore, vera anima dello sport (e quindi tutti i giovani atleti della società). Il rosso, colore che per tradizione rappresenta Schio, identifica con più personalità e coerenza la società oltre ad essere più facilmente leggibile come colore.
Conclusioni
Lo sport non si riduce quindi a dei meri gesti tecnici, c’è ben altro: la passione e l’identificazione sono il fulcro attorno cui ruotano le attività agonistiche. Queste sono in grado di trasportare il tifoso in un mondo parallelo dove l’atleta diventa una sorta di eroe mitologico. In ottica di branding è quindi impossibile non notare come questi eroi dei tempi moderni possano essere terreno fertile e di conquista.
Consapevole di questo immenso potenziale, lo Studio Pasquariello si mette a disposizione per i vostri trionfi.